Quanto l’attività fisica modifica l’appetito di cani e gatti

Il cane e il suo rapporto con il cibo sono una delle preoccupazioni maggiori per ogni proprietario.

Sia che il soggetto sia eccessivamente vorace, sia che non lo sia per niente, il proprietario entra in una spirale di apprensione e ricerca compulsiva di soluzioni che possono portare solo ad un circolo vizioso di eventi, anche catastrofici.

Dai su scherzo, non proprio del tutto catastrofici, ma ci si va molto vicino.

Una delle manifestazioni di apprensione è la ricerca su Google, con risposte varie che vanno da non succede niente aspetta sii il capobranco a sicura autodistruzione immediata del soggetto, questo solo per quanto riguarda l’inappetenza.

L’ho fatto anche io per capire cosa ne usciva, e in effetti ho trovato anche dei suggerimenti interessanti, anche se rientrano solo in due categorie: possibile patologia o alimentazione.

Sicuramente se un soggetto non ha mai manifestato turbe del comportamento alimentare la prima azione da attuare è sentire il veterinario di riferimento e fare tutti i controlli del caso, per appurare che la modificazione non sia dovuta ad un problema di salute. E sicuramente numero due, se lo stesso soggetto risulta essere sano come un pesce possiamo prendere in considerazione che il tipo di cibo fornito non piaccia. Ma mica solo quello eh…

Cani e gatti, soprattutto i gatti, hanno oggettivamente i loro gusti alimentari, che possono e devono manifestare e dovrebbe essere nostro compito ascoltare. Purtroppo però molto spesso non viene presa in considerazione la possibilità che i comportamenti alimentari dipendano dal tipo di vita che svolge il soggetto.

Dopo la premessa sulle doverose indagini da eseguire in caso di spostamenti comportamentali inaspettati, ci sarebbe una seconda premessa da fare che riguarda le aspettative.

Purtroppo quando parliamo di appetito e cani ci si aspetta sempre soggetti in perenne richiesta di cibo, sempre affamati e felici di ricevere cibo, quindi manifestazioni diverse dalla voracità ci turbano immensamente. Sempre più rari, ma alcuni cani riescono ancora ad avere un buon livello di autogestione sul consumo di cibo, che li salva dal cadere in problemi alimentari o di salute, anche se a noi non piace vederlo. Non tutti i cani vivono per mangiare, tatuiamocelo bene addosso.

E quindi, se alla manifestazione per noi percettivamente alterata di un comportamento alimentare, non corrisponde una patologia conclamata, e nemmeno una modifica di peso ( non mangia dimagrisce, ad esempio) perché non ricerchiamo il problema nelle nostre aspettative o nello stile di vita del soggetto? E questo vale sia per i cani che per i gatti.

Benissimo e allora, qual è la condizione che può turbare i comportamenti alimentari dei soggetti a cui mai (oddio solo scriverlo mi sembra assurdo) si pensa??

Ma si, bravissimi, l’attività fisica.

Tutti gli esseri viventi dovrebbero trovare un proprio equilibrio per quanto riguarda momenti attivi e momenti di riposo in una giornata. Questo è il motivo per cui sono nate le palestre, con l’avvento dei lavori sedentari, quando si passava tutto il tempo nei campi mica si pensava a casa a fare gli addominali.

Inoltre, sempre per mantenere il parallelismo, quando si lavorava nei campi mica si pensava di saltate i pasti. Lo so che vi piacciono i miei esempi estremi, ma l’idea calza, perché l’appetito dipende molto anche dal livello di attività fisica sia per quanto riguarda la voracità sia per l’inappetenza. A dire il vero in generale quantità e qualità dell’attività fisica possono modificare l’approccio al cibo.

Purtroppo l’utilizzo sconsiderato (fatto senza consapevolezza) del cibo come premio, sia in attività che come masticativo, possono dare effetti negativi per quanto riguarda il comportamento alimentare quotidiano.

Bisognerebbe sempre valutare il soggetto prima di studiare un protocollo, anche per le attività sportive, che riguarda l’utilizzo del cibo come veicolo o premio.

Cani e gatti si sono adattati molto bene alla vita domestica, sopportando e adeguandosi ai nostri orari e alle nostre esigenze. Risultato di questo è che possono cadere nella noia più totale, perché precludiamo loro una sana e costante attività fisica, con la scusa del giardino, delle pioggia, della stanchezza limitiamo le uscite serie ( cioè non in ambiente urbano e solo per i bisogni) dei cani a una massimo due la settimana.

Per i gatti poi, dovendo spesso vivere in appartamento, non pensiamo mai che debbano avere momenti di gioco, spazi e strutture adatte alla loro natura e che limitino i momenti di noia. Nei cani può avvenire anche l’esatto contrario, cioè l’over training, tanti allenamenti e nessun rilassamento in libertà ad esempio, possono modificare i comportamenti alimentari.

Ricordate, l’inappetenza non è sempre il risultato della noia, come la voracità non lo è dell’over training, e li sta il problema perché l’approccio al cibo viene modificato in base al soggetto, quindi va valutata un eventuale modifica delle abitudini in base alla situazione.

Quindi tirando alle somme puntate ad una vita equilibrata per le attitudini di quel soggetto, spingendovi alcune volte anche contro i vostri limiti ( spronandovi, ma anche frenandovi se serve) e facendo attenzione a singolarità e esigenze di specie. Se questo non dovesse funzionare, possiamo prendere in considerazione la dose e il tipo di cibo.


Bibliografia su richiesta 

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