Carboidrati sì o no?
Il grande dilemma dell’alimentazione canina negli ultimi anni pare riguardare l’uso o no dei carboidrati.
Ma sappiamo tutti veramente di cosa parliamo quando pronunciamo la parola carboidrati?
I carboidrati sono molecole organiche composte da carbonio, idrogeno e ossigeno. E fin qui direte voi, che
gran scoperta. Avete ragione. I carboidrati, infatti, si distinguono in diverse categorie, in base a come sono
disposti questi tre elementi lungo la catena organica. I carboidrati, chiamati anche glucidi o saccaridi, si
dividono infatti in monosaccaridi (una catena carboniosa), disaccaridi (due catene) e polisaccaridi (più catene). Semplicemente più piccoli si è, più facilmente si è assimilabili.
La differenza tra assimilazione e digestione è da comprendere bene però.
La digestione è il processo meccanico attraverso il quale le molecole vengono scomposte in forme più semplici. Queste poi vengono assimilate, cioè introdotte nel lume sanguigno e utilizzate dal metabolismo per diversi scopi. I cibi, che sono composti per lo più da molecole molto grandi, durante il transito bocca- ano, vengono prima digeriti in molecole più piccole e poi assimilati. Questo avviene in diverse modi, attraverso l’utilizzo di ambienti acidi (come lo
stomaco) e proteine (come gli enzimi specifici).
Alcune molecole però vengono introdotte già in formato assimilabile, come fruttosio, glucosio e galattosio ad esempio. Tre monosaccaridi, cioè zuccheri semplici, che si trovano in combinazione per formare dei disaccaridi (galattosio e maltosio formano il lattosio ad esempio) oppure da soli come il fruttosio, nella frutta appunto. Essi sono contenuti per lo più in alimenti utilizzati in dosi molto basse o nulle nella dieta dei carnivori. Normalmente in queste diete sono più presenti due categoria di carboidrati complessi (polisaccaridi), che per essere utilizzati richiedono un’azione digestiva. Ma per un carnivoro è possibile veramente digerirli?
I polisaccaridi a cui facciamo più spesso riferimento sono, amidi e fibre. Gli amidi sono classificati come digeribili, mentre le fibre (non tutte) come fermentabili.
L’amido è composto principalmente di amilosio e amilopectina. La sua produzione da parte delle piante è funzionale ad accumulare nutriente all’interno di determinati comparti (semi, cariossidi e tuberi ad esempio). Il suo utilizzo dietetico prevede sempre la cottura, altrimenti non sarebbe digeribile.
La fibra è invece un polisaccaride strutturale, le piante la utilizzano perlopiù per il supporto meccanico, è presente per lo più in fusti, foglie, radici, alcuni frutti possono contenerne una discreta quantità a discapito dell’acqua. La fibra si può dividere principalmente in fermentescibile, che fa benissimo per i batteri intestinali, e non fermentescibile, che fa benissimo per i movimenti intestinali. È difficilmente digeribile se non si hanno un numero di batteri adeguato, solo alcuni animali riescono a trarre beneficio da grandi quantità di fibra, gli erbivori.
Capiamo subito quindi che tutti gli alimenti di origine vegetale contengono principalmente carboidrati, ma
le caratteristiche nutrizionali degli stessi sono date dal tipo di carboidrato che contengono. Se contengono
principalmente amido sono fonti di energia, se contengono principalmente fibra possono essere prebiotici.
Quando parliamo di alimentazione animale dobbiamo tener presente le caratteristiche specie specifiche
prima di utilizzare determinate fonti vegetali. Ci sono animali che non vanno molto d’accordo con grandi
quantità di amido ad esempio, altri con grandi quantità di fibre. I conigli ad esempio, necessitano di grandi
quentità di fibre e pochissimi, anzi nulli, amidi in dieta. Ma anche nel tipo fibre bisogna stare attenti, troppa
frutta non va bene, fermenterebbe nell’intestino oltre ad avere un eccesso di zucchero semplice. Ma è
ovvio che questo discorso lo si può fare in una specie che si nutre solo ed esclusivamente di fonti di origine
vegetale.
Negli ultimi anni è tangibile il crescente bisogno di avere un animale domestico, e con esso l’aumento di
interesse verso il suo benessere psico-fisico. La scelta è rivolta piu spesso a cani e gatti, anche se stanno
aumentando gli animali esotici. Per questo motivo i proprietari sono sempre piu attenti anche
all’alimentazione dei propri animali. questo ha portato alla luce quello che pare essere il più grande dilemma in ambito nutrizionale.
Ma per animali carnivori come cani e gatti, sono necessari i carboidrati?
Come avrete già capito la risposta non è semplice. Sia perché per carboidrati si intendono diverse molecole
con diverse funzioni. Sia perchè pare essere molto difficile, sopratutto per cani, comprendere
definitivamente quale sia la loro natura. Molti identificano il cane come un onnivoro, altri come
metabolicamente identico al suo ancestrale, il lupo. Lungi da me dare assolutismi, vorrei solo spiegare il
mio punto di vista, anche se non se ne sente il bisogno, sull’argomento.
On line girano moltissime informazioni non corrette o non complete a mio parere, che portano molti di noi a
farsi un’idea (che può diventare dogma) anche sbagliata. Leggo spesso ad esempio frasi del tipo:
io non do cereali, i carboidrati li do con frutta e verdura.
Questa per farvi un esempio è una definizione corretta senza volerlo. In realtà quando parliamo di carboidrati in dieta, parliamo di amidi, di conseguenza non è possibile fornirli attraverso frutta e verdura. E come abbiamo visto amidi e fibre hanno due funzioni completamente diverse. L’idea di non dare cereali o amidi al cane nasce anch’essa da informazioni che hanno fuorviato certi proprietari. Si assimila il cane al lupo. Questo è un errore non da poco. Il cane è un cane, e durante gli anni di domesticazione duranti indicativamente 11.000 anni (che non son proprio pochini eh) si è distinto sempre di più dal suo ancestrale selvatico.
Ormai è comprovato che una delle cose che li distingue è la presenza nel genoma del cane di un numero maggiore di geni predisposti alla produzione di enzimi che digeriscono l’amido. Come mai? Quelli che adesso sono i cani domestici, si sono evoluti assieme all’uomo, durante un periodo fondamentale dell’evoluzione umana, la nascita dell’agricoltura. Sia umani che cani hanno quindi modificato il loro assetto nutrizionale in quegli anni, allontanandosi entrambi di molto dai progenitori.
Quindi, pur essendo un carnivoro, il cane è un opportunista o meglio non è specializzato come il gatto.
Perchè può essere in grado di digerire piccole quote di amido se necessario. Questo fa di lui l’animale che
da sempre vogliamo di più al nostro fianco, e che rispecchia il nostro stesso percorso evolutivo.