Fibre: chi sono e dove trovarle

Le scienze alimentari e nutrizionali sono in sempre continua evoluzione, non solo per noi, ma anche per gli animali con cui condividiamo a vita. Motivo per cui troviamo sempre qualcosa di nuovo da studiare o da utilizzare nelle loro diete. Alcune volte però ci dimentichiamo le basi, oppure semplicemente non sappiamo veramente come applicare un concetto di nutrizione, all’alimentazione di tutti i giorni. Situazione complicata ulteriormente dalle diverse proposte alimentari con cui dobbiamo fare i conti. Ecco perché in questa categoria di articoli, che abbiamo chiamato educazione alimentare, cerchiamo di capire come dei concetti scientifici si possano applicare agevolmente alle scelte di tutti i giorni.

Per il primo sono state scelte le fibre. Molecole che tutti riusciamo a riconoscere confortevolmente, per lo più in una specifica categoria di alimenti, i vegetali. Risulta già più complesso distinguere quali vegetali e in che maniera utilizzarli per arrivare ad un dato scopo.

Facciamo prima di tutto un riassunto delle conoscenze scientifiche sulle fibre, poi cerchiamo di applicarle.

 

 

La definizione di fibra secondo il dizionario è:

Filamento tipico di molti tessuti vegetali e animali.

Esistono, infatti, anche fibre animali oltre che vegetali, le fibre animali come il piumaggio degli uccelli, la lana e la seta. Esse hanno una struttura prevalentemente proteica, mentre quelle vegetali hanno una struttura prevalentemente glucidica (tipica del carboidrato). La caratteristica che hanno in comune entrambe le categorie di fibre è l’impossibilità ad essere digerite. Indipendentemente dalle loro caratteristiche chimiche e dalla loro composizione, alcune fibre vegetali possono essere fermentate, esse non possono essere digerite né chimicamente né biochimicamente, non hanno un reale apporto nutrizionale dunque, ma possono lo stesso portare a grandi benefici per l’apparato gastroenterico.

Le fibre vegetali, infatti, si possono distinguere in due macro-categorie: fibre fermentescibili e fibre non fermentescibili. La fermentazione avviene grazie al lavoro instancabile della flora microbica intestinale. Lavoro che si conclude con la produzione di alcune molecole (acidi grassi a corta catena o SCFAs), ottime per il benessere della parete intestinale, alcuni di essi possono venire utilizzati come fonte energetica secondaria dal muscolo, oppure possono essere precursori di importati molecole come il Coenzima A. queste particolari fibre possono essere emicellulose, β-glucani, amido indigeribile, oligosaccaridi ( sono veramente molti, e hanno tutti dei nomi difficili, quindi li raccogliamo sotto un’unica categoria) e pectine. Le fibre vegetali non fermentabili come cellulosa e lignina, per quanto riguarda i carnivori, sono completamente inutilizzabili dal punto di vista nutrizionale, ma sono utilissime dal punto di vista meccanico. Ogni specie animale però, avendo un particolare assetto microbico intestinale e non (nei ruminanti la fermentazione della fibra avviene nei prestomaci ad esempio), utilizza in maniera differente entrambe le categorie di fibre, ricordiamocelo quando cerchiamo informazioni su di esse per i nostri animali.

Le fibre animali si comportano esattamente come quelle vegetali, non fermentescibili. Entrambe hanno una grande responsabilità per quanto riguarda la peristalsi intestinale e la dimensione delle feci. Le fibre vegetali non fermentescibili regolano anche il senso di sazietà e l’assorbimento di acqua, nonché l’assimilazione di alcune molecole (e farmaci). Non ci sono studi su queste funzioni per quanto riguarda le fibre animali, ma non ci sono nemmeno motivi per pensare che non svolgano le stesse funzioni. I carnivori selvatici ad esempio utilizzano molto questo tipo di fibre, facendo esse parte della preda completa.

Il problema però non è tanto la classificazione delle fibre e la loro funzione, ma è dove trovarle e come utilizzarle. Partiamo dal presupposto che entrambe le macrocategorie sono fondamentali per il benessere dell’individuo, poiché migliorano lo stato della flora, aumentano il benessere delle cellule intestinali e aiutano il transito intestinale. negli alimenti di origine vegetale, queste fibre, sono quasi sempre presenti contemporaneamente, ma in percentuali molto differenti, per cui è utile sapere la composizione dei singoli alimenti, per poi utilizzarli a nostro vantaggio. Nella tabella che segue si può individuare la composizione in fibre di alcuni, tra i più comuni, vegetali. La variabilità è importante, per utilizzare al meglio le caratteristiche delle diverse materie prima.

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