Le attitudini di razza
Prima di parlare di “cane sportivo”, dobbiamo partire dall’origine e dal perché molti cani venivano storicamente impiegati nel lavoro. La relazione tra cane e uomo si basa da sempre su scambi di momenti, sul lavoro, nella vita sociale o in privato. A molti non piace sentir parlare di “cani da lavoro”, ma purtroppo molte delle razze conosciute, se non tutte, sono nate proprio per coadiuvare o svolgere direttamente uno specifico lavoro. Quello che adesso chiamiamo attitudine di razza.
Con il passare del tempo, molte delle attività che venivano condivise tra uomo e cane, sono venute a mancare nella quotidianità. Le attitudini di razza però sono rimaste: cani da pastore senza un gregge, da riporto senza una riserva, e così via. Ovviamente anche la vita delle persone è cambiata moltissimo, pochi di noi coltivano il proprio orto e allevano il proprio bestiame, è molto più facile rifornirsi al supermercato. Si è quindi passati da un rapporto lavorativo continuo, ad un rapporto che possiamo definire hobbistico.
Dal lavoro allo sport
Il cane è diventato un compagno di avventurose passeggiate, grandi sonnellini sul divano e perché no, di imprese sportive. Ormai possiamo trovare tantissime discipline sportive che possiamo svolgere con i nostri cani. Vediamo quindi cani da pastore saltare ostacoli, inseguire dischi o lanciare palle, cani da caccia riportare salamotti e cani da difesa cercare le persone che si sono perse nella (ormai sconosciuta) natura.
Molti di loro, insieme al proprio umano, raggiungono anche ottimi risultati. Ed esattamente come succede agli atleti umani, per arrivare a grandi risultati bisogna intraprendere strade impegnative. È necessario curare l’allenamento, la concentrazione, il benessere muscolare; ma tutto questo è assolutamente secondario se non si ha la benzina giusta. Una corretta alimentazione per un cane sportivo è fondamentale.
Cosa si intende per “cane sportivo”?
Definiamo prima di tutto cos’è un cane sportivo. Vi sorprenderà sapere che la definizione “sportivo” non dipende assolutamente dalla razza, ma dal livello di attività fisica giornaliero. Anche un cane Corso, che preferirebbe sicuramente passare la giornata a poltrire da qualche parte osservando pigramente che nessuno varchi il suo territorio, se messo a fare agility, o anche solo una passeggiata di 15 km in maniera costante, diventa un cane sportivo. Come, del resto, un Border Collie fermo tutto il giorno in casa, anche se fa un allenamento a settimana di sheepdog, non può essere definito esattamente sportivo.
Si diventa sportivi nell’ esatto momento in cui si cerca di superare i propri limiti, seguendo un piano di allenamento e di cure soggettivo, mirato allo scopo. Proprio per questo motivo, prima ancora di scegliere una razza per un determinato sport (cosa che mi è ancora difficile assimilare), bisognerebbe ragionare sulle attitudini soggettive.
Sicuramente appartenere ad una determinata razza e svolgere l’attività per cui si è nati significa rasentare la perfezione. Se poi ci si adatta anche l’alimentazione corretta, vincere viene quasi naturale! Come per gli sport umani, ogni tipo di attività cinofila sportiva pesa su un determinato tipo di metabolismo, per attingere alle energie necessarie allo sforzo.
Il metabolismo è fondamentale nel cane sportivo
Prendiamo come esempio la corsa, sembra proprio tutta uguale vista da fuori: il cane corre da un punto A ad un punto B, fine. Purtroppo però la distanza tra A e B è fondamentale per definire uno specifico metabolismo.
Uno sforzo lento e costante
Pensiamo ai cani da slitta: corrono, è vero, ma per molti km al giorno, alcuni a temperature basse altri meno (dipende da dove si svolgono le gare o gli allenamenti); corrono per molte ore, quasi sempre allo stesso ritmo, e consumano moltissime kcal, anche più di 5 volte quelle che consumerebbero a riposo. Ma, da dove le prendono tutte queste kcal mentre praticano l’attività? Sicuramente si fermano a fare spuntini energetici. La cosa interessante è che questi spuntini sono composti anche fino al 98% di grasso (tipo il burro di cocco o grasso animale). Sì, perché questi metabolismi particolari lavorano sul consumo dei trigliceridi nel sangue (e negli adipociti), che si trasformano in zucchero. Inutile dare dei carboidrati per cercare di tenere alte le energie di questi soggetti, si otterrebbe solo l’effetto contrario, a loro servono kcal a lento rilascio.
Uno sforzo rapido e immediato
Tutto il contrario accade in quei cani che riescono a raggiungere velocità elevate in pochissimo tempo, correndo per poche centinaia di metri, come i levrieri ad esempio. Il loro metabolismo è l’esatto opposto dei cugini da slitta: il consumo di glucosio del sangue è immediato durante lo sforzo, ma lo sforzo dura talmente poco che non riescono a utilizzare i grassi. Il glucosio in questo caso deriva dalle riserve muscolari di glicogeno, l’unico zucchero di deposito che si trova nei mammiferi. Purtroppo però le riserve di questo zucchero non sono abbondanti come per i grassi e, terminato questo, se il levriero continua a correre, può incorrere in qualche problema. Se il glicogeno non è sufficiente, magari perché con l’alimentazione quotidiana non si riesce a re-immagazzinare perché non sono presenti carboidrati in dieta, il glucosio viene prodotto dalle proteine.
Le stesse proteine che dovrebbero costruire, ricostruire e mantenere, la muscolatura (per i levrieri quasi imponente) e tutta la struttura legamentosa. Immaginate quindi un levriero sportivo, che fa costanti allenamenti e anche gare, che non riceve il giusto apporto di carboidrati in cosa può incorrere. Io preferisco non immaginarlo!
Ad ogni cane il suo sport!
Ovviamente abbiamo parlato, per portare come esempio, dei metabolismi più estremi, di norma le altre razze si dividono tra questi due metabolismi in base al tipo di lavoro sportivo che vanno a svolgere. Per farmi capire meglio vorrei portarvi un esempio:
Per ogni cane sportivo e per ogni sport esiste il giusto percorso, basta saperlo vedere!
Se vi interessa l’argomento, potete approfondire leggendo anche questo altro articolo: Quanto l’attività fisica modifica l’appetito di cani e gatti
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