Il microbiota del gatto

Intervista agli esserini più importanti del mondo.

 

Quanti cervelli si possono avere? Si dice due. Uno è proprio il cervello (ma va), e l’altro è l’intestino. Ma cosa c’è nell’intestino di cosi tanto importante da renderlo cosi famoso?

Una serie di esserini piccoli, invisibili all’occhio nudo, di un sacco di specie differenti, che passano giorno e notte a lavorare. Lavorano tutti assieme come un grande cervello per migliorare tutta una serie di funzioni metaboliche, aiutano il corpo ad essere sano, forte e lo difendono da eventuali attacchi esterni.

In base al tratto gastroenterico in cui si trovano parlano lingue diverse. Praticamente ogni specie animale ha una specifica popolazione batterica (e non solo), che diventa ancora più unica per ogni soggetto.

Considerate che un microbiota è un insieme di microrganismi, che possono essere batteri, funghi, protozoi o anche virus, che vivono e colonizzano uno specifico ambiente in un determinato tempo. Intuite facilmente che è normale avere un microbiota intestinale caratteristico, per ogni singolo essere vivente. Vi parlo di microbiota perché il microbioma è l’insieme del patrimonio genetico del microbiota, cioè l’insieme dei geni (espressi e non espressi) che rappresenta un microbiota. Pare una roba difficile, ma piano piano capiremo.

 

Avete sicuramente letto dell’importanza di un microbiota equilibrato, in grado di influenzare il sistema immunitario, quello nervoso e il benessere psicologico. Ma quanto conoscete a fondo i protagonisti di questi miracoli, e le loro esigenze?

Il microbiota animale è uno dei più complessi ecosistemi presenti sulla terra, viene influenzato dall’ospite, dall’alimentazione e dall’ambiente. Capite bene che questo rende molto difficile il suo studio, e alla stessa maniera rende anche molto complicato il lavoro su di lui in caso di problematiche. La composizione e l’attività metabolica del microbiota intestinale cambia lungo tutto l’intestino.

Nei gatti, come in molti altri monogastrici (che poi sono quegli animali con uno stomaco solo, non robe strane) sia il tipo di batteri che il numero di specie sembrano essere molto più numerosi nel grande intestino (cieco, colon e retto, per capirci), rispetto a stomaco e piccolo intestino. I batteri, rispetto a protozoi e funghi, sembrano essere in maggior numero e più attivi nella comunità.

Potete immaginare l’intestino come una metropoli con un sacco di famiglie, che ovviamente come per noi, si dividono per cognome. Ci sono i Actinobacteria, Bacteroidetes, Verrucomicrobia, Cyanobacteria, Firmicutes, Fusobacteria, Proteobacteria, Spirochaetes e Tenericutes, ad esempio.

Hanno dei cognomi complicati, ma alla fine non è mica colpa loro. Poi come in ogni grande città non tutte le famiglie con lo stesso cognome sono parenti stretti, e infatti ci sono delle ramificazioni, magari con dei nomi diversi. Troviamo quindi nel piccolo intestino (duodeno, digiuno e ileo): Clostridiales, Lactobacillales e Actinobacteria. E nell’intestino crasso (sempre cieco, colon e retto) Actinobacteria e Firmicutes. In effetti nemmeno questi hanno dei cognomi proprio abbordabili, ma a voi interessa come fare a farli vivere bene e in pace tra di loro, mica di chiamarli per nome. Il numero dei rappresentati di queste famiglie è specifico per ogni individuo (microbiota), anche se il patrimonio genetico (microbioma) è lo stesso all’interno della specie animale.

Mantenere in salute tutta questa gente non è un lavoro da poco, ma è fattibile se ci si impegna. Iniziate a pensare a quali sono le cose che vi fanno stare bene, una casa accogliente, buon cibo e magari anche buona compagnia.

Quanto avete sentito parlare di prebiotici e probiotici? Ecco, non sono altro che un modo per rendere confortevole l’ambiente dove vive il complesso microbiota intestinale. Probiotici: sono microrganismi che, se ingeriti in quantità adeguate, aiutano a sistemare un possibile disequilibrio della popolazione già presente. Gli amici buoni, che provengono direttamente dall’esterno, e che ti aiutano nel momento del bisogno. I famosi fermenti lattici insomma, che però come potete ben intuire per dare veramente una mano devono avere lo stesso “cognome” dei residenti. Ci sono moltissimi prodotti in commercio specifici per gatti proprio per questo motivo, ma anche alcuni prodotti a uso umano hanno la possibilità di essere usati se contengono i giusti batteri.

 I prebiotici: sono ingredienti scelti selettivamente che causano cambiamenti specifici nella composizione o attività del microbiota. Praticamente buon cibo che rende l’ambiente migliore. Possono essere tipi di fibre specifiche, ai gatti l’inulina ad esempio fa molto bene, o alcuni zuccheri attaccabili dai batteri e che li aiutano a crescere.

Sicuramente già un’alimentazione equilibrata e specie specifica rende il microbiota forte e vario, ma se serve potete dargli una mano con le informazioni che abbiamo trovato assieme. Anche perché pare che l’uso di probiotici non modifichi definitivamente la popolazione del microbiota. Praticamente, se c’è un disequilibrio tra le famiglie, per vari motivi, introdurre solo amici buoni non è sufficiente, bisogna anche alimentare quelli già presenti. Cibo e amici devono sempre andare di pari passo, come nella vita fuori dall’intestino.

Fate attenzione, il microbiota è una metropoli è vero, ma non è così difficile renderla un villaggio di poche case. Alimentazioni scorrete, svezzamenti inadeguati, parassiti, patologie di vario tipo, cure farmacologiche, tutto ciò che provoca disequilibrio può infastidire la comunità. In tutte le occasioni in cui si interviene (e sono moltissime, anche le più impensabili) sugli equilibri o sulle attività di un soggetto, bisogna mettere sul piatto della bilancia il benessere del microbiota.

(Seconda) mente sana, in corpo sano.


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