La scelta di una dieta naturale per cani e gatti è sicuramente dettata dalla voglia, o dalla necessità, di ricercare il massimo benessere fisico e psicologico per i nostri animali. Le diete, proprio per raggiungere questo obiettivo, devono necessariamente essere bilanciate. Tuttavia, rispetto alle diete commerciali, dove gli ingredienti vengono tutti corretti e bilanciati durante la formulazione, nelle diete naturali si riscontra una maggiore variabilità di apporti nutritivi. La naturale differenza organolettica delle materie prime è quindi per forza uno svantaggio? E da cosa dipende? Scopriamolo insieme valutando quale ruolo gioca la stagionalità nelle diete naturali.
Il profilo nutrizionale delle materie prime
Tutte le materie prime hanno profili nutrizionali e organolettici differenti in base ad alcuni semplici parametri:
- Tipologia di materia prima (genetica o cultivar);
- Ambiente di allevamento o coltivazione (tipo di dieta, concimazioni, terreno, acqua ecc.);
- Stagionalità (per i vegetali, ma non solo).
Tutte queste condizioni possono modificare il profilo nutrizionale delle materie prime, non sempre rendendole completamente diverse, ma a volte provocando una differenza significativa.
A questo punto è bene porsi una domanda: queste differenze vanno corrette? Non proprio. È fisiologico che le diete, anche se complete e bilanciate, abbiamo delle differenze rispetto alle materie prime. Normalmente non si tratta comunque di differenze che possono inficiare il risultato della dieta. Del resto, anche noi ci accorgiamo quando cuciniamo della differenza tra materie prima, ma non ci mettiamo certamente a pensare che dovremmo prendere un integratore. È una cosa normale!
Ma allora come possiamo fare per evitare di andare in paranoia per una cosa nuova di cui nessuno ci aveva mai parlato? Grazie Pizzutti, eh! Cerchiamo di scegliere materie prime la cui origine ci dia fiducia e seguiamo la stagionalità. Se volete approfondire il discorso sulle materie prime, vi rimando a questo articolo qui.
Le linee guida per scegliere un prodotto
Partiamo da carne e pesce che sono i più complicati, poiché, rispetto ai vegetali, ormai non presentano quasi nessuna componente di stagionalità.
Carne
È infatti passato il tempo in cui il maiale veniva macellato solo a ottobre, oppure avevamo il cappone in tavola a Natale e basta. Le tecniche di produzione animale si sono evolute e gli allevamenti si sono intensificati, garantendoci il prodotto che vogliamo sempre presente in ogni momento dell’anno. Questo sviluppo non è necessariamente una cosa negativa, ha però mutato l’alimentazione degli animali da reddito, modificandone anche in parte (perché ovviamente c’è anche un lavoro di selezione) le caratteristiche organolettiche.
Vogliamo animali sempre più magri e con carni facili da cuocere, perché, per esempio, non abbiamo tempo da perdere in lunghe cotture. La scelta ottimale sarebbe utilizzare carni di animali allevati allo stato brado, alimentati sono a fieno ed erba o granaglie e insetti (in base alla specie di appartenenza) e macellati solo al raggiungimento della maturità zootecnica. Ciò è ovviamente impossibile, o meglio, è possibile, ma diventa una scelta economica “interessante” per carnivori che mangiano carne tutti i giorni. Possiamo però cercare di informarci il più possibile sulla provenienza della carne che utilizziamo, che, anche se proviene da allevamenti al chiuso (quindi più intensivi) può comunque risultare qualitativamente ottima. Di solito, le medio-piccole realtà locali sono le migliori e se comprate online è sempre bene informarsi sui fornitori.
Nel caso di quei soggetti (spesso gatti) che utilizzano animali da reddito particolari come la faraona, la quaglia o la selvaggina, la stagionalità esiste ancora, perché si tratta di animali di non facilissimo allevamento, che mantengono le caratteristiche selvatiche anche in ambito riproduttivo. Come fare in questo caso allora? Facile, si varia in modo stagionale. Approfittando del periodo della faraona, per esempio, e facendone scorta, oppure inserendola per poi sostituirla con un’altra materia prima quando è finita la sua stagione.
Pesce
Direttamente collegato al discorso appena fatto, troviamo il pesce. L’allevamento del pesce è tremendo sotto tutti i punti di vista: il numero dei soggetti per mq è elevatissimo, come anche di conseguenza le malattie batteriche e fungine (non trasmissibili a uomo o animali, ma sicuramente non ottime per rendere la carne il top), il tipo di alimentazione è inoltre spesso poco fisiologica. Ma in questo caso siamo comunque abbastanza fortunati perché possiamo scegliere di utilizzare pesce azzurro da pesca sostenibile. Pizzutti, ma cosa dici! Mica siamo Re Mida noi! Lo so, ma non pensiate che costi molto di più. Scegliete pesce piccolo come sardine, sgombri o aringhe (e altro), fate scorta in stagione congelando tutto. Magari abbondate con i pasti di pesce in stagione, anche due tre volte a settimana, diminuendo e usando le scorte quando vi trovate fuori stagione. È vero, il pesce di mare può avere l’anisakis, quindi se lo usate crudo ricordatevi che lo dovete assolutamente congelare prima.
Frutta e verdura
Perché è bene abbondare di un prodotto nei mesi in cui è di stagione? Lo capiamo bene parlando di frutta e verdura.
È risaputo che utilizzare frutta o verdura “di stagione” è meglio, ma perché? Banalmente, perché è il momento in cui contengono più nutrienti, perché arrivano a maturazione nel giusto tempo e senza forzature ambientali o chimiche. Questo garantisce di ricevere dalla materia prima il maggior numero di nutrienti possibili, indipendentemente dal tipo di coltivazione (più o meno).
Sicuramente anche in questo caso la scelta di una coltivazione sostenibile, per l’ambiente dal punto di vista chimico e per il terreno dal punto di vista dello sfruttamento, sarebbe l’ideale e risulterebbe anche più semplice rispetto a carne e pesce. Attenzione, non sto parlando di bio o non-bio, non perché non ci creda, ma perché purtroppo dal punto di vista del consumatore non è facile non cadere nelle attuali trappole del marketing. Spesso confondiamo “biologico” con “a km0” (dove non c’è un disciplinare rigido da seguire per quanto riguarda i trattamenti, ma sono un’indicazione sulla provenienza), oppure con diciture come “senza pesticidi” o “senza ormoni”.
Siccome è complesso barcamenarsi in queste terminologie e questioni legali, io consiglio sempre per la verdura e la frutta di affidarsi a produttori. Non devono necessariamente essere piccoli e locali, ma trasparenti, con una filiera chiara e che rispondano alle vostre domande. Il contadino dietro casa non è sempre garanzia di “zero pesticidi”… ormai lo sapete, dovete comunque informarvi! Comunque, anche se non avete la possibilità di comprare direttamente dal contadino (alla fine è una fortuna poterlo fare!), potete cercare di seguire la stagionalità pur non conoscendo direttamente la provenienza del prodotto. In questo modo, almeno siete abbastanza sicuri che, anche solo considerando il momento in cui è stata coltivata la materia prima, questa sarà più nutriente.
Seguire la stagionalità per un mondo migliore (e animali felici)
In conclusione, tutti nel nostro piccolo possiamo seguire le stagioni, evitando comunque di spendere l’intero patrimonio dello Zio d’America. Così facendo aiutiamo non soltanto l’ambiente intorno a noi, ma ovviamente anche le nostre bestiacce di casa!