L’alimentazione del cane sportivo è fondamentale per gestire al meglio le performance del soggetto. Eseguire uno sforzo fisico richiede il coinvolgimento di molti processi metabolici, che non si svolgono in un solo apparato. L’efficacia fisiologica del muscolo durante uno sforzo dipende dal tipo di esercizio, ma anche dal tipo di allenamento a cui è stato sottoposto.
Le fibre muscolari possono essere di due tipologie: tipo I e tipo II. Quelle del tipo I vengono anche definite fibre lente, o ossidative, sono quelle deputate al lavoro prolungato. Il tipo II, invece, è formato da fibre veloci, sono più grandi e si dedicano al lavoro più pesante, ma che perdura meno nel tempo.
I levrieri, ad esempio, che hanno una muscolatura imponente, la usano per fare un grande sforzo in pochissimo tempo. La loro muscolatura è composta per lo più di fibre di tipo II, al contrario di cani più resistenti come possono essere i cani da slitta o da caccia.
Ci sono però dei tipi di lavoro muscolare intermedio, dove è richiesta sia la potenza che la resistenza, questi tipi di muscolature sono composite, anche se principalmente da fibre di tipo I, il cui sforzo dura di meno, diciamo che sono fibre che si sono adattate nel tempo.
L’energia che il muscolo utilizza per lo sforzo è incamerata all’interno di una molecola che si chiama ATP. Il suo consumo è proporzionale alla quantità di sforzo eseguito, ma la quantità di ATP immagazzinata all’interno del muscolo è bassina, questo significa che deve essere rigenerata durante lo sforzo, rapidamente. A questo serve una molecola che si chiama creatinfosfato, presente nel muscolo, essa riesce rapidamente a convertire l’ATP in energia.
Mentre il glicogeno (ricordiamo che è l’unico zucchero presente nel muscolo animale da quest’articolo) serve da riserva di glucosio che viene utilizzata per rigenerare ATP. Per rigenerare l’ATP esistono due vie metaboliche, una aerobica e una anaerobica (praticamente in presenza di ossigeno o in assenza di ossigeno). La via anaerobica è molto più rapida, viene utilizzata infatti in sforzi che si sviluppano in pochissimo tempo (levrieri), rigenera però poca quantità di ATP. Se lo sforzo si prolunga, è necessario ricorrere alla via aerobica (slitta), che è vero essere più lenta, ma riesce a rigenerare molto più ATP. Gli acidi grassi, che sono presenti in grande quantità nel tessuto adiposo, servono da fonte di energia primaria (per rigenerare sempre ATP) in attività prolungate e costanti. Quando si dice, grasso è bello eh!!
Gli amminoacidi, mattoncini di cui sono composte le proteine (potete saperne di più qui…) non devono essere utilizzati come fonte energetica, le proteine servono a costruire il muscolo non a supportarlo energeticamente. Utilizzarle come benzina, in cani molto sportivi, sarebbe un controsenso. Motivo per cui bisogna sempre bilanciare le fonti energetiche (grassi e carboidrati) con quelle strutturali, le proteine, in un piano nutrizionale corretto.
Abbiamo quindi visto che in base al tipo di sforzo, e al tipo di fibre muscolari presenti nel corpo (allenate dal tipo di esercizio scelto), dobbiamo scegliere tra due tipi di energia differenti. Se lo sforzo è molto e in breve tempo, mi serve più glucosio, se invece è minore, ma la durata è prolungata, mi servono in grassi.
Quello che però possiamo percepire con più facilità, soprattutto quelli di noi che non praticano sport cosi di frequenti, è che ad uno sforzo, sia grande che piccolo corrisponde una produzione di calore. Calore che deve essere rimosso. I cani come ben sappiamo non sudano come noi, molto di questo calore viene quindi dissipato attraverso la respirazione (evaporazione di molecole d’acqua dalla bocca).
Parola d’ordine, quindi, per un cane super sportivo? Idratazione.
Sicuramente un’alimentazione a fresco aiuta già ad aumentare l’idratazione corporea, ma ovviamente non basta. L’acqua deve essere sempre presente durante le attività fisiche, e elargita costantemente, evitiamo le scorpacciate a fine lavoro magari.
Questo argomento mi fa venire in mente che non abbiamo mai parlato di come gestire i pasti durante le sessioni di lavoro o le gare. Premettiamo che, come avrete capito dalla spiegazione appena data, approcciarsi ad uno sforzo a digiuno è impossibile, e precluderebbe una buona performance. Se non si può arrivare digiuni come gestiamo i pasti. Una buona regola è fare una “colazione leggera”, 1\3 o 1\4 della razione normale tre ore e mezza prima del lavoro permette di arrivare al momento dello sforzo con la giusta energia, ma non appesantiti (fisicamente più che metabolicamente). In base al tipo di lavoro e alla durata, sarebbe auspicabile intervenire anche con delle integrazioni energetiche o minerali durante le sessioni. Ovviamente il tipo di integrazioni dipende molto dalla situazione.
Ricordiamoci che per ogni tipo di allenamento o lavoro, corrisponde la giusta alimentazione.
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